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- HADASSAH MEDICAL CENTER: L'ECCELLENZA DI GERUSALEMME CHE CURA TUTTI
Da quasi un secolo, l’ Hadassah Medical Center rappresenta un faro di innovazione, cura e inclusione nel cuore di Gerusalemme. Fondato nella sua forma moderna tra il 1934 e il 1939, oggi è articolato in due grandi campus universitari — Ein Kerem e Mount Scopus — pienamente integrati con l’Università Ebraica di Gerusalemme. Image courtesy of Hadassah Website Con oltre 1.300 posti letto, decine di sale operatorie, reparti altamente specializzati e programmi avanzati di ricerca, Hadassah accoglie ogni anno più di un milione di pazienti, senza alcuna distinzione di religione, provenienza o cittadinanza. È uno degli ospedali più multiculturali d’Israele: medici e infermieri ebrei, cristiani, musulmani e drusi lavorano insieme ogni giorno, incarnando un modello unico di collaborazione e umanità. Il prestigio internazionale dell’istituto è riconosciuto globalmente. Nel 2023, la classifica Newsweek/Statista ha inserito Hadassah Ein Kerem tra i migliori ospedali al mondo in tre settori strategici: oncologia, cardiologia e tecnologie smart. Nel 2025, il Ministero della Salute israeliano lo ha ulteriormente premiato come primo centro nazionale per interventi di bypass cardiaco e leader regionale nella cura dell’ictus. Hadassah continua anche a investire in infrastrutture e tecnologie all’avanguardia: di recente è stato inaugurato il Gandel Rehabilitation Center, oggi il più avanzato d’Israele. Dotato di sistemi robotici per la riabilitazione motoria, piscine terapeutiche e programmi dedicati sia ai civili sia ai militari, rappresenta un nuovo punto di riferimento nella medicina riabilitativa. Durante e dopo il conflitto del 2023, l’ospedale ha avuto un ruolo essenziale nella gestione dei traumi e nell’assistenza psicologica a pazienti e famiglie, riaffermando la sua vocazione universale e il suo impegno a non lasciare indietro nessuno. Non è solo un ospedale: è una visione. Un luogo dove ricerca e compassione si intrecciano ogni giorno. Come recita il suo motto: “La nostra missione è curare chiunque abbia bisogno, senza riguardo per razza, religione o provenienza. ” Una esemplare dimostrazione di questa missione è data dall'intervento senza precedenti eseguito all' Hadassah Medical Center . Un’équipe di medici israeliani ha compiuto un autentico miracolo chirurgico salvando la vita di Suleiman Hassan, un bambino palestinese di 12 anni proveniente dalla Cisgiordania, vittima di un gravissimo incidente stradale. Il piccolo era stato trasportato d’urgenza in elicottero all’ospedale israeliano dopo un impatto che gli aveva provocato una rarissima e devastante “decapitazione interna” – ovvero la separazione del cranio dalla colonna, con i tessuti molli ancora intatti. I chirurghi, guidati dal dottor Ohad Einav, hanno eseguito un intervento durato diverse ore per riattaccare la testa del ragazzo, stabilizzando le vertebre cervicali e ricostruendo le connessioni vitali tra cranio e colonna vertebrale. Il padre, visibilmente commosso, ha ringraziato pubblicamente il personale israeliano che ha operato il figlio: “Ringrazierò per tutta la vita i medici che hanno salvato il mio unico figlio. Dio vi benedica tutti.” In Israele tutti i giorni ci sono medici, infermieri , scienziati e ricercatori che sacrificano la loro vita per il benessere di tutti, indipendentemente da credenze religiose o origini, per permettere una vita migliore a tutti. Come nota conclusiva nella sinagoga dell’ospedale sono custodite delle vetrate policrome. Le vetrate di Mark Chagall - Hadassah Hospital Queste vetrate, realizzate tra il 1960 e il 1962, sono opera di Marc Chagall artista russo-francese, nato a Vitebsk nel 1887 e morto nel 1985, noto per il suo stile unico che mescolava tradizione ebraica, sogni e influenze delle avanguardie. Queste vetrate sono meta di visite turistiche continue e rappresentano le dodici tribù di Israele , con simboli specifici per ogni tribù che riflettono le loro caratteristiche e le storie bibliche associate. Luciano Bassani
- MindTension, startup israeliana del Kibbutz Nir Am, trasforma la diagnosi del deficit di attenzione (ADHD) in una scienza oggettiva grazie a un innovativo sistema che analizza i battiti di ciglia
MindTension è una startup israeliana attiva nel campo della salute digitale. Fondata nel 2020 dall' attuale CEO Zev Brand e dal Prof. Avi Avital dell’Università di Haifa Technion (Istituto israeliano di tecnologia ) . Il suo obiettivo è sviluppare un sistema medico basato su EMG per misurare l’attenzione e offrire una diagnosi oggettiva dell’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Image courtesy of Freepik Il dispositivo medico, basato su anni di ricerca rileva i disturbi dell'attenzione osservando i modelli di battito di ciglia in risposta a suoni di sussulto. MindTension sfrutta la risposta riflessa del tronco cerebrale a suoni per analizzare i modelli di battito delle palpebre. “In individui con attenzione adeguata, si osservano risposte diverse (battiti ampi, battiti parziali) a diversi suoni. Al contrario, in presenza di difficoltà di attenzione, le reazioni diventano uniformi, rendendo possibile una diagnosi più precisa” spiega Shatz Azoulay cofondatore di Mind Tension. L’innovazione di MindTension nel campo dell'ADHD, osserva Shatz Azoulay, è che offre un esame oggettivo per una condizione fino ad ora difficilmente valutabile . Oggi, l'ADHD viene diagnosticato utilizzando questionari soggettivi o esami che si basano sulla partecipazione volontaria. Misurando le risposte riflesse, MindTension può fornire una diagnosi più accurata, trasformando i test dell'attenzione in una scienza esatta. “Stiamo iniziando a capire che possiamo fornire buoni risultati sull' attenzione, ma prevediamo che saremo in grado di fornire anche risposte sui livelli di ansia o di depressione", spiega Shatz Azoulay. Questa startup è stata selezionata come finalista nell’acceleratore MassChallenge Israel 2022. Attualmente il dispositivo è in fase di approvazione da parte della FDA negli Stati Uniti, che MindTension ha individuato come primo mercato di riferimento. Si prevede il completamento del processo di approvazione entro i primi mesi del 2024. In contemporanea, sono pianificati grandi trial clinici in collaborazione con il Geha Mental Health Center in Israele e il Mount Sinai Hospital a New York per validare l’efficacia dell’algoritmo. L’innovazione di MindTension sta nella possibilità di trasformare la diagnosi dell’ADHD in una scienza esatta, superando i limiti soggettivi dei questionari. Ma il suo potenziale va oltre: il team immagina applicazioni in ambiti con alte esigenze di attenzione o di vigilanza (es. autisti di lungo viaggio, chirurghi, atleti, piloti). In futuro, il sistema potrebbe fornire diagnosi per condizioni come stress post-traumatico (PTSD), ansia o depressione, basandosi sui biomarcatori della risposta riflessa del tronco cerebrale. MindTension ha sede nel Kibbutz Nir Am, a pochi chilometri dal confine con Gaza. Il pogrom del 7 ottobre 2023 ha pesantemente segnato la vita dei membri del team. Alcuni dipendenti hanno vissuto esperienze traumatiche: uno è rimasto barricato a casa con la famiglia sotto attacco; un altro ha dovuto rifugiarsi con i figli nel rifugio del kibbutz, in condizioni di estrema tensione. Nonostante ciò, l’azienda ha continuato a lavorare, trovando nella normalità professionale un’ancora di salvezza psicologica . MindTension rappresenta una delle realtà più dinamiche dell’health-tech israeliano, combinando neuroscienze, ingegneria medica e machine learning per innovare nella diagnosi dell’ADHD. Grazie a fondi internazionali, collaborazioni strategiche e una forte resilienza nel contesto geopolitico, la startup prosegue verso una convalida clinica su scala globale, con un occhio rivolto al futuro della salute mentale e della performance umana. Luciano Bassani
- ISRAELE, CUORE PULSANTE DELLA MEDICINA RIGENERATIVA: A GERUSALEMME SI LAVORA PER RESTITUIRE VISTA E UDITO ALL'UMANITÀ
Presso il Bio Park dell'Hadassah University Hospital di Gerusalemme, i ricercatori di Cellcure Neurosciences Ltd, sussidiaria di Lineage Cell Therapeutics , stanno lavorando per far progredire la medicina rigenerativa attraverso lo sviluppo di cellule umane specializzate. Il loro obiettivo è sostituire le cellule perse a causa di malattie, lesioni o invecchiamento, offrendo un potenziale nuovo approccio a condizioni che attualmente hanno opzioni terapeutiche limitate. A differenza dei farmaci convenzionali che agiscono principalmente sui sintomi, Lineage sviluppa cellule funzionali progettate per replicare quelle naturalmente presenti nell'organismo. Utilizzando la differenziazione guidata, le cellule staminali pluripotenti vengono guidate verso specifici tipi cellulari terminalmente differenziati, come le cellule retiniche per affrontare la perdita della vista o le cellule del nervo acustico per trattare i disturbi dell'udito. Il programma clinico più avanzato dell'azienda è OpRegen® , una terapia con cellule epiteliali pigmentate retiniche, attualmente in fase di sviluppo 2a nell'ambito di una collaborazione mondiale con Roche e Genentech, membro del Gruppo Roche, per il trattamento dell'atrofia geografica secondaria alla degenerazione maculare legata all'età (AMD). In caso di successo, potrebbe rappresentare un'opzione per i pazienti per i quali attualmente sono disponibili pochi trattamenti approvati. Lineage ha anche lanciato il programma ReSonance (ANP1), che mira a contrastare la neuropatia uditiva. In questa condizione, le cellule del nervo acustico che trasmettono i segnali sonori al cervello sono compromesse o assenti, con conseguenti significative difficoltà uditive. Sviluppando cellule del nervo acustico sostitutive, i ricercatori sperano di ripristinare parte del percorso uditivo e potenzialmente migliorare le prestazioni degli impianti cocleari. ReSonance è attualmente in fase di sviluppo grazie a una collaborazione di ricerca pluriennale e a un investimento da parte di William Demant Invest A/S (WDI), un investitore evergreen e holding per le attività di investimento della William Demant Foundation, azionista di maggioranza di Demant A/S, azienda leader mondiale nel settore della salute dell'udito. Dietro questi progressi ci sono scienziati come la Dott.ssa Micol Di Segni, di origine italiana, che lavora come analista di ricerca e sviluppo presso la filiale di Lineage, Cell Cure Neurosciences, a Gerusalemme. Il suo lavoro si concentra sul monitoraggio attento delle cellule durante il delicato processo di trasformazione in cellule nervose funzionali, garantendone l'identità, la qualità e, in ultima analisi, la capacità di ripristinare la funzionalità nei pazienti. "È allo stesso tempo entusiasmante e stimolante far parte di un team che sviluppa una potenziale terapia per la neuropatia uditiva, un disturbo con così poche opzioni terapeutiche", spiega Micol. "Ci motiva l'idea che il nostro lavoro possa un giorno aiutare le persone a riacquistare l'udito". Sebbene sia ancora in fase di ricerca e sperimentazione clinica, il lavoro di Lineage illustra come la medicina rigenerativa si stia evolvendo dal concetto all'applicazione pratica. Concentrandosi su terapie che sostituiscono le cellule perse, l'azienda sta contribuendo a iniziative che potrebbero un giorno ampliare le possibilità di trattamento in campi come il ripristino della vista e dell'udito. Man mano che queste innovazioni si spostano dal laboratorio alla clinica, portano con sé non solo la promessa di un trattamento, ma anche la possibilità di ripristinare alcuni dei sensi più vitali dell'umanità: la vista e l'udito. Luciano Bassani
- ISRAELE: UN PASSO RIVOLUZIONARIO PER RIDARE TATTO A CHI LO HA PERSO
La lesione traumatica dei nervi periferici (TPNI) è un disturbo comune che colpisce il 2,8% dei pazienti che hanno subito traumi e può causare disabilità permanente, dolore cronico e riduzione della qualità della vita. Image courtesy of Freepik Un effetto comune della TPNI è la perdita della sensibilità tattile, che non solo interferisce con la vita quotidiana dei pazienti, ma aumenta anche la suscettibilità alle lesioni. Attualmente, sono disponibili poche soluzioni per il ripristino della sensibilità tattile. La terapia normalmente più utilizzata è la ricostruzione chirurgica del nervo mediante autotrapianto di nervi o l'impianto di tessuto nervoso prelevato da altri soggetti. Sfortunatamente, la ricostruzione nervosa può essere eseguita solo in un periodo di tempo limitato (nei primi due anni dopo la lesione) e richiede pelle sana e terminazioni nervose vitali. Inoltre, anche quando queste condizioni sono soddisfatte, il suo tasso di successo è basso. Una promettente strada alternativa per il ripristino della sensibilità tattile è lo sviluppo di dispositivi neuroprotesici indossabili o impiantabili che simulino l'esperienza del tatto. Questa simulazione si ottiene traducendo gli stimoli pressori nell'area danneggiata in segnali elettrici che possono essere successivamente elaborati dal cervello. In Israele, presso il Technion, Israel Institute of Technology di Haifa, un team di ricercatori ha sviluppato un dispositivo che potrebbe rivoluzionare la medicina ricostruttiva e le interfacce uomo-macchina: il Triboelectric Nano-Generator (TENG). Image courtesy of TENGable La startup TENGable porta avanti la commercializzazione di questa tecnologia unica. Dopo traumi o amputazioni, anche quando si riesce a ricostruire una parte del corpo, la perdita di sensibilità rimane un ostacolo enorme. Senza tatto, è difficile compiere gesti semplici e soprattutto evitare il formarsi di ulteriori lesioni. Il TENG sfrutta il fenomeno triboelettrico: due sottili strati di materiale, entrando e uscendo dal contatto, generano elettricità.Viene impiantato chirurgicamente sotto la pelle (ad esempio alla punta di un dito insensibile), per poi essere collegato a un nervo sano vicino. Quando si esercita pressione, anche minima, il dispositivo trasforma la forza meccanica in un impulso elettrico che stimola il nervo. Il cervello riceve così un segnale corrispondente alla sensazione tattile, restituendo percezioni che spaziano dalla leggerezza di una piuma alla pressione di una stretta di mano. L’impianto richiede meno di un’ora di intervento chirurgico e non necessita di batterie esterne perché il dispositivo è auto-alimentato dal movimento stesso. Le potenzialità del TENG non si limitano al ripristino del tatto. Grazie alla sua miniaturizzazione, flessibilità e indipendenza energetica, questa tecnologia potrebbe essere applicata a: robotica tattile, interfacce uomo-macchina, sensori biomedici impiantabili,tessuti e dispositivi intelligenti, reti sensoriali ambientali autonome. Il nano-generatore triboelettrico TENG, frutto della ricerca israeliana al Technion di Haifa, rappresenta un passo rivoluzionario per ridare tatto a chi lo ha perso. Una dimostrazione di come scienza dei materiali, ingegneria e medicina possano convergere per creare nuove speranze terapeutiche e tecnologiche. LUCIANO BASSANI
- DA ISRAELE: NUOVI TRATTAMENTI PER LE LESIONI DEL MIDOLLO
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 15 milioni di persone in tutto il mondo convivono con lesioni del midollo spinale, la maggior parte delle quali derivanti da cause traumatiche come cadute, incidenti stradali e violenza. DA ISRAELE NUOVI TRATTAMENTI PER LE LESIONI MIDOLLARI Attualmente, le lesioni del midollo spinale non possono essere completamente curate, quindi il trattamento si concentra sulla stabilizzazione del paziente, sulla prevenzione di ulteriori danni e sulla massimizzazione della funzionalità.Le cure di emergenza spesso comportano l'immobilizzazione della colonna vertebrale, la riduzione dell'infiammazione e talvolta l'esecuzione di interventi chirurgici per riparare le fratture o alleviare la pressione. Le lesioni del midollo spinale sono tra le poche lesioni umane in cui il corpo non può guarire naturalmente . ”Il midollo spinale trasmette segnali elettrici dal cervello a tutte le parti del corpo. Quando viene reciso da un trauma, come un incidente stradale, una caduta o una ferita da combattimento, la catena si spezza. Pensate a un cavo elettrico che è stato tagliato: quando le due estremità non si toccano più, il segnale non può passare e il paziente rimane paralizzato al di sotto della lesione", ha spiegato il professor Tal Dvir, direttore del Sagol Center for Regenerative Biotechnology e del Nanotechnology Center dell'Università di Tel Aviv , che guida il progetto. Sebbene siano in fase di sperimentazione terapie sperimentali, tra cui cellule staminali e dispositivi robotici, nessun trattamento ripristina ancora in modo affidabile la piena funzionalità del midollo spinale. Una nuova procedura mira a sostituire la sezione danneggiata con un midollo spinale coltivato in laboratorio che si fonde con il tessuto sano sopra e sotto la lesione. Israele si sta preparando a eseguire il primo impianto di midollo spinale umano al mondo utilizzando le cellule del paziente stesso, una svolta medica che potrebbe consentire ai pazienti paralizzati di tornare a stare in piedi e camminare, ha annunciato mercoledì l'Università di Tel Aviv. L'intervento chirurgico, previsto nei prossimi mesi, si svolgerà in Israele e segna una pietra miliare storica nella medicina rigenerativa. Dvir è anche il capo scienziato di Matricelf , l'azienda biotecnologica israeliana che commercializza la tecnologia. A differenza di altri tessuti, i neuroni del midollo spinale non possono rigenerarsi naturalmente e, col tempo, il tessuto cicatriziale blocca i segnali rimanenti. La nuova procedura mira a sostituire la sezione danneggiata con un midollo spinale coltivato in laboratorio che si fonde con il tessuto sano sopra e sotto la lesione. Studi sugli animali nei ratti hanno mostrato risultati notevoli, con gli animali che hanno riacquistato la capacità di camminare normalmente. IL LABORATORIO DEL DR. DVIR L'innovazione è iniziata circa tre anni fa, quando il laboratorio di Dvir ha progettato in laboratorio un midollo spinale umano tridimensionale personalizzato. I risultati, pubblicati sulla rivista peer-reviewed Advanced Science, hanno dimostrato che i topi con paralisi cronica hanno riacquistato la mobilità dopo aver ricevuto gli impianti ingegnerizzati. La procedura inizia con le cellule del sangue del paziente, che vengono riprogrammate in cellule simili alle cellule staminali, capaci di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula.Il tessuto adiposo viene anche prelevato per creare un'impalcatura di idrogel personalizzata, in cui le cellule staminali si sviluppano in una struttura midollare spinale. Questo tessuto ingegnerizzato viene quindi impiantato, sostituendo le aree cicatrizzate e ricollegando il sistema nervoso. Pochi mesi fa, il Prof. Dvir e il suo team hanno ricevuto l'approvazione preliminare dal Ministero della Salute israeliano per studi di "uso compassionevole" su otto pazienti, rendendo Israele il primo Paese a tentare questa procedura. "Questo è senza dubbio motivo di orgoglio nazionale. La tecnologia è stata sviluppata qui in Israele, presso l'Università di Tel Aviv e presso Matricelf, e fin dall'inizio ci è stato chiaro che il primo intervento chirurgico in assoluto sarebbe stato eseguito in Israele, su un paziente israeliano", ha affermato Dvir. La tecnologia è stata poi commercializzata tramite Matricelf, fondata nel 2019 nell'ambito di un accordo di licenza con Ramot, la società di trasferimento tecnologico dell'Università di Tel Aviv. "Questo traguardo segna il passaggio dalla ricerca pionieristica al trattamento dei pazienti. L'utilizzo delle cellule di ogni paziente elimina i principali rischi per la sicurezza e posiziona Matricelf all'avanguardia nella medicina rigenerativa. Questa prima procedura è più di una svolta scientifica; è un passo avanti verso la trasformazione di un'area della medicina a lungo considerata incurabile", ha affermato Gil Hakim, CEO di Matricelf. Ha aggiunto: "Se avrà successo, questa terapia potrebbe definire un nuovo standard di cura nella riparazione del midollo spinale, rivolgendosi a un mercato multimiliardario privo di soluzioni efficaci oggi. Siamo orgogliosi che Israele stia guidando questo sforzo globale e siamo pienamente impegnati a portare questa innovazione ai pazienti di tutto il mondo". "Il nostro obiettivo è aiutare i pazienti paralizzati ad alzarsi dalle loro sedie a rotelle. Gli studi sui modelli animali hanno mostrato un successo straordinario e speriamo che i risultati sugli esseri umani siano altrettanto promettenti", ha affermato Dvir. LUCIANO BASSANI
- LA SCELTA DI CAMPO DI GIORGIA MELONI: IL CAMPO DEI NEMICI DI ISRAELE
Ovazione all’adunanza di Comunione e Liberazione. Anche la Meloni si è allineata alle bugie di Hamas che circolano ormai da tempo. Un commento di Iuri Prado - Guarda il Video - Clicca il link https://youtu.be/KrRRiNGuf3g https://youtu.be/KrRRiNGuf3g Clicca il link e guarda il video
- LA START-UP ISRAELIANA CHE AIUTA A SENTIRE MEGLIO
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 1,5 miliardi di persone convivono oggi con una forma di riduzione o perdita di udito (ipoacusia), e si stima che entro il 2050 questa cifra possa arrivare a 2,5 miliardi (circa 1 persona su 4). IPOACUSIA - (IMAGE COURTESY OF FREEPIK) In Italia, l’ipoacusia colpisce circa 8 milioni di adulti, con conseguenze che includono isolamento sociale, difficoltà di comunicazione e rischio aumentato di declino cognitivo e demenza se non trattata precocemente. Molti dispositivi per l’udito tradizionali non sono tuttavia efficaci quando il paziente si ritrova in situazioni rumorose, compromettendo la comprensione del parlato in ambienti affollati come ristoranti o teatri. L’utente finisce per stancarsi mentalmente e perdere importanti momenti sociali e culturali. "L'accessibilità è sempre stata importante per me perché mia moglie, Dana, è ipovedente ed è anche una logopedista", racconta a ISRAEL21c Itamar Gabbay, CEO e cofondatore di Bettear. In questo periodo, ci siamo imbattuti in moltissimi luoghi non accessibili alle persone con problemi di udito, anche quando avrebbero dovuto esserlo. Abbiamo indagato e ci siamo resi conto che la tecnologia assistiva esistente era molto obsoleta, difficile da usare e semplicemente incompatibile con il mondo digitale.” La startup Bettear, con sede a Tel Aviv, si sta rapidamente affermando come punto di riferimento internazionale nelle soluzioni per l’ascolto assistito e lo streaming audio. Grazie a una piattaforma tecnologica alimentata da intelligenza artificiale, l’azienda consente alle persone con difficoltà uditive di accedere in tempo reale a contenuti audio diffusi in spazi pubblici, culturali, educativi e di intrattenimento, utilizzando i propri apparecchi acustici, impianti cocleari o semplici auricolari. Fondata solo cinque anni fa, Bettear ha saputo distinguersi per la qualità e l’innovazione della propria offerta, tanto che oggi il suo sistema è operativo in 60 Paesi. In Israele, sono più di 4.000 le strutture – tra musei, università, teatri, residenze per anziani e centri culturali – che utilizzano quotidianamente questa tecnologia. I visitatori possono godere di concerti o esposizioni senza barriere audio.Un esempio emblematico della capacità di Bettear di rompere le barriere è stato il concerto dei Maroon 5 a Tel Aviv nel maggio 2022. Grazie all’installazione della tecnologia Bettear, l’evento, che ha visto la partecipazione di 60.000 persone, è risultato accessibile anche a spettatori con problemi di udito. Questo intervento è stato riconosciuto come una delle prime applicazioni su larga scala a livello globale nel settore dell’ascolto assistito.Uno dei fattori distintivi di Bettear è il suo costante impegno verso l’innovazione. Recentemente, l’azienda è stata tra le prime al mondo a introdurre soluzioni basate sul protocollo Auracast, nuovo standard Bluetooth per la trasmissione audio, rendendo così ancora più facile l’accesso a contenuti sonori negli spazi pubblici. Bettear si fonda sul principio del “Bring Your Own Device”: l’utente può accedere ai contenuti tramite app dedicata sul proprio smartphone, usufruendo di un’esperienza intuitiva, confortevole e uniforme in ogni location. APP BETTEAR - (Image courtesy of Bettear website) Anche per questo motivo numerose istituzioni israeliane, come l'Opera Israeliana, il Museo d’Arte di Tel Aviv e il Teatro Habima, oltre a svariati distributori e partner internazionali, hanno scelto di collaborare con la startup. La ricerca scientifica che sostiene l’azienda è guidata dal Dottor Nir Fink, esperto di acustica e docente universitario, che ha condotto approfondimenti su ascolto e protezione dell’udito anche in ambito militare. Tali studi, insieme alle competenze nel campo dell’intelligenza artificiale, hanno permesso di sviluppare avanzate tecniche di elaborazione audio (Deep Audio Processing), in grado di offrire una qualità di ascolto personalizzata e regolabile in qualsiasi contesto. L’impatto di Bettear è già tangibile. I responsabili dell’accessibilità di molte istituzioni culturali israeliane hanno riscontrato una maggiore inclusione e soddisfazione dei visitatori grazie alla semplicità e all’efficacia del servizio. L’azienda conta oggi 20 dipendenti in Israele, oltre a collaboratori in Corea e Giappone, e continua a espandere la propria presenza internazionale. Bettear dimostra come l’innovazione tecnologica possa rendere gli ambienti più inclusivi e permettere a tutti di partecipare pienamente alla vita sociale e culturale. Grazie alla tecnologia, Bettear contribuisce a superare gli ostacoli legati all’ipoacusia, promuovendo una partecipazione più equa e accessibile per tutti. Bettear è la prova concreta che la tecnologia può diventare uno strumento di inclusione, permettendo a ogni cittadino di sentirsi parte attiva della collettività. Luciano Bassani
- "FLASH DI MEMORIA" A BENEFICIO DEGLI AUTISTICI - NUOVA RICERCA DA UN TEAM ISRAELIANO
L’autismo è una condizione neurologica e dello sviluppo che influenza il modo in cui una persona comunica, interagisce socialmente, percepisce l’ambiente e apprende. AUTISMO - NUOVA RICERCA DA ISRAELE - (IMAGE COURTESY OF FREEPIK) Da quanto emerge da una ricerca condotta da un team israeliano le persone con autismo possono apprendere nuove abilità visive in modo più efficace attraverso brevi “flash di memoria”, piuttosto che tramite lunghe sessioni di studio ripetitivo. Secondo gli studiosi, la chiave per consolidare una nuova competenza risiede in rapidi richiami di pochi secondi, capaci di attivare i meccanismi dell’apprendimento senza la necessità di ore di esercizio. Questi “flash di memoria” si sono dimostrati non solo efficaci quanto un prolungato studio di ripasso, ma anche utili per favorire la capacità di trasferire quanto appreso a contesti diversi – un’abilità che le persone con autismo trovano spesso impegnativa. “I metodi didattici tradizionali si basano ancora sull’idea che più tempo si dedica alla pratica, migliori saranno i risultati”, ha spiegato il professor Nitzan Censor, responsabile dello studio presso l’ Università di Tel Aviv (TAU ). “Noi abbiamo individuato un approccio alternativo, che sfrutta brevi esposizioni a un compito già appreso per rafforzare e generalizzare le abilità acquisite”, ha aggiunto. “Sappiamo che gran parte dell’apprendimento non avviene durante l’addestramento formale, ma successivamente, attraverso processi di consolidamento della memoria che si attivano ‘offline’, come durante il sonno.” Partendo da queste basi, i ricercatori hanno coinvolto 30 adulti con autismo, chiedendo loro di imparare a identificare la direzione di linee che comparivano brevemente su uno schermo. Il primo giorno è stato dedicato all’apprendimento iniziale del compito, mentre nei giorni seguenti i partecipanti sono stati esposti solo a brevi richiami visivi, della durata di pochi secondi. Nonostante il tempo limitato dedicato all’attività nei giorni successivi, le loro performance sono migliorate in modo significativo, raggiungendo i livelli di chi aveva trascorso molto più tempo ad affinare la stessa abilità. “Non è necessario esercitarsi a lungo per consolidare un’abilità”, ha sottolineato Censor. “Basta rievocarla per pochi secondi affinché la rete neurale corrispondente si attivi e il cervello continui a elaborare e rafforzare quanto appreso. I risultati dimostrano che brevi stimoli visivi possono produrre un apprendimento pari, in termini di efficacia, a quello ottenuto con esercizi ripetuti. In più, permettono una migliore generalizzazione delle competenze, anche in contesti nuovi.” Considerando che le persone con autismo spesso faticano a trasferire le conoscenze in situazioni diverse, questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile. Secondo i ricercatori, i “flash di memoria” potrebbero trovare applicazione anche nella riabilitazione neurologica, favorendo la rigenerazione rapida delle connessioni cerebrali compromesse a seguito anche di un trauma. Luciano Bassani
- ZUCCHERI E INVECCHIAMENTO CEREBRALE: COME MANTENERE UN CERVELLO GIOVANE
Un nuovo studio ha scoperto che cambiamenti nella dieta, in particolare l'abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue, possono rallentare l'invecchiamento del cervello e migliorarne la salute generale. Green-MED Diet Lo studio, condotto dalla Ben-Gurion University del Negev ( BGU ), è un follow-up di una precedente ricerca che mostra che le diete mediterranea (MED) e mediterranea verde (Green-MED) hanno ridotto l'atrofia cerebrale legata all'età del 50 percento entro 18 mesi. Entrambe le diete si basano su un apporto di zucchero meglio controllato. Lo studio attuale, pubblicato di recente sull'American Journal of Clinical Nutrition , ha cercato di comprendere l'esatto meccanismo che rallenta l'atrofia cerebrale e se il controllo glicemico e specifici aspetti dietetici svolgono un ruolo importante nel processo. Nell'ambito della ricerca, i partecipanti che seguivano le diete MED e Green-MED sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale per un periodo di 18 mesi r egistrando il tasso di invecchiamento del loro cervello. Lo studio fa parte di una serie più ampia di sperimentazioni DIRECT PLUS Brain MRI che esaminano come i cambiamenti nella dieta, in particolare quelli associati alla dieta Green-MED, dove la dieta mediterranea oltre a essere caratterizzata da porzioni maggiori di verdure fresche stagionali, non prevede l'uso di carne rossa, se non occasionalmente, ed escludendo completamente le carni processate (affettati e insaccati di ogni tipo), influenzino l'invecchiamento del cervello. Il progetto DIRECT PLUS è uno degli studi di risonanza magnetica cerebrale più lunghi e più grandi finora condotti, che ha coinvolto circa 300 partecipanti suddivisi in tre gruppi alimentari: linee guida dietetiche sane, dieta MED e dieta Green-MED. DIETA MEDITERRANEA - MED I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che sono riusciti ad abbassare i livelli di emoglobina glicata (un valore del sangue correlato ad alti livelli di glicemia) hanno sperimentato un rallentamento più pronunciato dell'invecchiamento cerebrale, compresi cambiamenti positivi in parti specifiche del cervello che sono comunemente colpite dall'atrofia legata all’età. I risultati della risonanza magnetica hanno inoltre mostrato che livelli più bassi di emoglobina glicata c orrispondono a processi positivi nel talamo, nel nucleo caudato e nel cervelletto, aree del cervello cruciali per le funzioni cognitive, le capacità motorie e l'elaborazione sensoriale. La ricercatrice principale dello studio, la Prof.ssa Iris Shai della BGU, ha affermato che "mantenere bassi livelli di zucchero nel sangue, anche entro i limiti normali, promette di preservare un cervello più giovane, soprattutto se abbinato a una dieta sana e a una regolare attività fisica”. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno i meccanismi in gioco, gli ultimi risultati rafforzano l'ipotesi secondo cui gli aggiustamenti dietetici riducono il rischio di declino cognitivo legato all'età. Luciano Bassani
- La stimolazione transcranica, un nuovo procedimento per curare i malati di Alzheimer. Le ricerche all’Università di Vienna. Si aprono serie speranze cognitive per il futuro della malattia.
Le demenze e le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, il Parkinson o la SLA non sono più solo un tema da addetti ai lavori. Parlare di demenza significa parlare di un insieme di disturbi che portano a un lento e progressivo declino delle funzioni mentali: memoria, linguaggio, capacità di orientarsi. IMAGE COURTESY OF https://theconversation.com/es-contagiosa-la-enfermedad-de-alzheimer-108864 La forma di neurodegenerazione più diffusa è l’Alzheimer, che rappresenta circa due terzi dei casi. In base alle conoscenze odierne, il fattore scatenante della malattia di Alzheimer sarebbero molecole proteiche nocive che si vengono a formare esternamente ai neuroni compromettendone il funzionamento. Una molecola in particolare, la beta-amiloide, si accumula e si deposita nel cervello dei pazienti con malattia di Alzheimer. Si vengono così a formare le cosiddette placche a causa delle quali si verifica un peggioramento della circolazione sanguigna e di un anomalo apporto di ossigeno e di energia al cervello con conseguente degenerazione delle funzioni cognitive. Altre forme di demenza neurodegenerativa includono la demenza vascolare, la demenza a corpi di Lewy e la demenza fronto-temporale. Con l’invecchiamento della popolazione sempre più famiglie si trovano a convivere con queste patologie che colpiscono il cervello, compromettendo memoria, movimento e autonomia dei parenti più fragili. Oggi, grazie alle neuroscienze, si stanno aprendo nuove strade terapeutiche. Negli ultimi anni, i ricercatori hanno sviluppato metodi per “modulare” l’attività del cervello senza dover ricorrere alla chirurgia. Tra queste, una delle più promettenti è la stimolazione transcranica, una tecnica non invasiva che “dialoga” con il cervello tramite impulsi elettrici, sonori o onde magnetiche. Già oggi sono state sviluppate varie tecniche con risultati promettenti: TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica) che utilizza campi magnetici per attivare aree specifiche del cervello. La TDCS (Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta) che impiega piccole correnti elettriche per regolare l’attività neuronale. Image courtesy of Storz https://www.storzmedical.com/it/discipline/neurologia-introduzione/ La tecnologia più recente è la TPS® (Stimolazione Transcranica a Impulsi) che utilizza onde d’urto a bassa energia per stimolare le aree cerebrali più profonde. Le onde d’urto sono impulsi acustici che vengono impiegati con successo dal 1980 per il trattamento di diversi quadri patologici. Hanno la caratteristica di permettere all’energia fisica di agire in aree tissutali circoscritte, inducendo la meccanotrasduzione, la stimolazione dei fattori di crescita (VEGF) e il rilascio di ossido di azoto. L’efficacia delle onde d’urto nelle malattie neurologiche quali spasmi post-traumatici e paralisi spastiche è stata riconosciuta a metà degli anni novanta del secolo scorso. Nel 2015 sono stati effettuati i primi trattamenti su pazienti affetti da malattia di Alzheimer presso l’università di Vienna. Nel 2018 la TPS ha ricevuto l’autorizzazione per il trattamento del sistema nervoso centrale in pazienti affetti da malattia di Alzheimer. La stimolazione transcranica rappresenta una promettente terapia complementare nella malattia di Alzheimer e in genere nelle malattie neurodegenerative. Sebbene non costituisca ancora una cura definitiva, può migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti e rallentare il decorso di alcune patologie. La ricerca in questo campo è in rapida evoluzione e potrebbe, nei prossimi anni, portare a interventi più efficaci e mirati, capaci di riscrivere il futuro della neurologia. La stimolazione transcranica è un esempio di come la medicina stia diventando sempre più “su misura”. In futuro, grazie all’integrazione con tecnologie di imaging e intelligenza artificiale, sarà possibile personalizzare il trattamento in base al profilo specifico del paziente. Luciano Bassani










