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"FLASH DI MEMORIA" A BENEFICIO DEGLI AUTISTICI - NUOVA RICERCA DA UN TEAM ISRAELIANO

L’autismo è una condizione neurologica e dello sviluppo che influenza il modo in cui una persona comunica, interagisce socialmente, percepisce l’ambiente e apprende.

PERSONA ADULTA AFFETTA DA AUTISMO
AUTISMO - NUOVA RICERCA DA ISRAELE - (IMAGE COURTESY OF FREEPIK)

Da quanto emerge da una ricerca condotta da un team israeliano le persone con autismo possono apprendere nuove abilità visive in modo più efficace attraverso brevi “flash di memoria”, piuttosto che tramite lunghe sessioni di studio ripetitivo.

Secondo gli studiosi, la chiave per consolidare una nuova competenza risiede in rapidi richiami di pochi secondi, capaci di attivare i meccanismi dell’apprendimento senza la necessità di ore di esercizio. Questi “flash di memoria” si sono dimostrati non solo efficaci quanto un prolungato studio di ripasso, ma anche utili per favorire la capacità di trasferire quanto appreso a contesti diversi – un’abilità che le persone con autismo trovano spesso impegnativa.

“I metodi didattici tradizionali si basano ancora sull’idea che più tempo si dedica alla pratica, migliori saranno i risultati”, ha spiegato il professor Nitzan Censor, responsabile dello studio presso l’Università di Tel Aviv (TAU). “Noi abbiamo individuato un approccio alternativo, che sfrutta brevi esposizioni a un compito già appreso per rafforzare e generalizzare le abilità acquisite”, ha aggiunto. “Sappiamo che gran parte dell’apprendimento non avviene durante l’addestramento formale, ma successivamente, attraverso processi di consolidamento della memoria che si attivano ‘offline’, come durante il sonno.”

Partendo da queste basi, i ricercatori hanno coinvolto 30 adulti con autismo, chiedendo loro di imparare a identificare la direzione di linee che comparivano brevemente su uno schermo. Il primo giorno è stato dedicato all’apprendimento iniziale del compito, mentre nei giorni seguenti i partecipanti sono stati esposti solo a brevi richiami visivi, della durata di pochi secondi.

Nonostante il tempo limitato dedicato all’attività nei giorni successivi, le loro performance sono migliorate in modo significativo, raggiungendo i livelli di chi aveva trascorso molto più tempo ad affinare la stessa abilità.

“Non è necessario esercitarsi a lungo per consolidare un’abilità”, ha sottolineato Censor. “Basta rievocarla per pochi secondi affinché la rete neurale corrispondente si attivi e il cervello continui a elaborare e rafforzare quanto appreso. I risultati dimostrano che brevi stimoli visivi possono produrre un apprendimento pari, in termini di efficacia, a quello ottenuto con esercizi ripetuti. In più, permettono una migliore generalizzazione delle competenze, anche in contesti nuovi.”

Considerando che le persone con autismo spesso faticano a trasferire le conoscenze in situazioni diverse, questo approccio potrebbe rivelarsi particolarmente utile.

Secondo i ricercatori, i “flash di memoria” potrebbero trovare applicazione anche nella riabilitazione neurologica, favorendo la rigenerazione rapida delle connessioni cerebrali compromesse a seguito anche di un trauma.


Luciano Bassani

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