Questo villaggio è dedicato alle persone con “demenza grave”. Infatti, questo è l’unico criterio per poter essere ammessi all’interno del villaggio. Il villaggio e’ composto da ventisette appartamenti, e in ogni appartamento possono risiedere fino a sette ospiti, ognuno in camera singola.
UN VILLAGGIO VERO SOLO PER LE PERSONE AFFETTE DA DEMENZA SENILE
L’European Council of Jewish Communities ha organizzato un convegno presso il villaggio demenze di Hogewey situato in Olanda nel paese di Weesp un piccolo borgo di diciassettemila abitanti a quindici minuti da Amsterdam. A questo convegno hanno partecipato membri delle Comunità ebraiche di tutto il mondo che lavorano con le persone affette da demenze.
Proprio in questa occasione in qualità’ di Direttore Sanitario dell’RSA Arzaga della comunità ebraica di Milano ho avuto la fortuna di poter essere inviato a visitare e partecipare a questo evento.
Questo villaggio è dedicato alle persone con “demenza grave”. Infatti, questo è l’unico criterio per poter essere ammessi all’interno del villaggio. Il villaggio e’ composto da ventisette appartamenti, e in ogni appartamento possono risiedere fino a sette ospiti, ognuno in camera singola. Un’ampia zona comune di centoventi metri con cucina e una zona per la lavanderia rappresentano le parti comuni per gli ospiti. All’interno di ogni appartamento durante il giorno sono presenti uno o due operatori che si occupano dell’assistenza e si dedicano anche alla preparazione dei pasti. Una delle prime differenze che si evidenzia rispetto alle strutture tradizionali sono gli orari dei pasti, che ogni appartamento si autogestisce :colazione, pranzo e cena, vengono servite in base alle esigenze degli ospiti che soggiornano.
Il Villaggio oltre agli appartamenti è costituito da negozi, una palestra, una piscina, un supermercato, una piazza, un’edicola, un laghetto, un pub, un teatro e anche un ristorante.
Uno dei concetti fondamentali della realtà di questo villaggio è che ogni paziente deve potersi sentire come a “casa”. Per questo motivo sono stati identificati sei diversi stili di vita tipici delle persone olandesi e gli architetti hanno costruito case congrue ad ogni stile. Al momento dell’ingresso viene svolta un’accurata indagine sullo stile di vita e sugli interessi della persona e ogni ospite viene indirizzato alla tipologia di casa nella quale si rispecchia maggiormente e preferisce vivere. Inoltre, ogni ospite è libero di “arredare” gli ambienti con effetti personali, qualche mobile e fotografie. Questo fa parte della “terapia del ricordo”, estremamente utile a far sentire a proprio agio una persona affetta da demenza.
All’interno del perimetro del Villaggio di Hogewey, gli anziani possono muoversi liberamente. Non esiste nessuna contenzione meccanica o farmacologica. Quasi tutti gli ospiti possono anche uscire e solo per alcuni è necessario che vengano accompagnati. Non sono presenti telecamere. Solo una reception che monitora gli ingressi e un sistema di controllo acustico che entra in funzione automaticamente alle ore ventidue per evidenziare eventuali cadute.
Tutti gli operatori sanitari che operano all’interno del villaggio sono senza divisa, proprio per incentivare il senso di normalità e di vita quotidiana. Il villaggio è una Struttura aperta al territorio e non chiusa nelle sue mura.
Tutto ciò è possibile in quanto il Villaggio è perfettamente integrato nel territorio ed è a tutti gli effetti un “quartiere” del paese in cui è situato. Tutta la popolazione è coinvolta e tutti i residenti sono integrati nella vita di Weesp. Per questo motivo il ristorante e il teatro del villaggio sono aperti a tutti, a qualsiasi persona sia interessata a frequentarli. Tutto questo aiuta ad eliminare lo stigma nei confronti di persone che normalmente vengono emarginate dalla società.
Gli ospiti a Hogewey, pur presentando una diagnosi di demenza grave, conducono una vita il più possibile “normale”. Proprio per questo motivo, possono svolgere attività legate ai loro interessi che spesso sono quelle che hanno eseguito durante tutto l’arco della loro vita. Gli ospiti possono recarsi a fare la spesa, cucinare nella cucina comune e anche fare il bucato naturalmente sempre sotto la supervisione delle persone che lavorano all’interno dell’appartamento. Oltre a ciò, vengono organizzati spettacoli, concerti musicali e gite.
Esistono svariati Club che ogni giorno propongono attività diverse all’interno del villaggio (da attività musicali ad attività più ludiche come il bingo). Sempre in base agli interessi della singola persona ogni ospite partecipa e si “iscrive” ad uno o più club.
Insomma chi, nella sfortuna di sviluppare una demenza grave, ha la fortuna di poter soggiornare nel Villaggio di Hogewey, potrà proseguire a sviluppare le proprie abilità e capacità, sentendosi ancora utile e parte della società. Tutto il progetto di Hogewey appare improntato sulla qualità della vita più che sulla quantità della vita stessa. Inoltre l’approccio al fine vita appare molto “naturale”. Non vengono forzate alimentazioni o idratazioni, non desta stupore una caduta, non esiste accanimento né tentativi forzati di mantenere l’organismo in vita. Così la persona che smette di mangiare viene in modo molto naturale accompagnata verso il fine vita. Questo concetto non ha nulla a che fare con quello di eutanasia (che pure in Olanda è legale), in quanto per richiedere l’eutanasia una persona deve essere pienamente capace di intendere. L’obiettivo è quello di promuovere la dignità del morente e di supportare l’ospite e i suoi famigliari nell’ultima fase del suo percorso.
Due importanti indici della qualità di questa struttura sono: l’esiguo numero di episodi di aggressività degli ospiti e la riduzione del numero di farmaci assunti dai residenti (mediamente all’ingresso assumono 8 farmaci/die, al termine del loro percorso ne assumono mediamente 4/die).
Da medico operante nel settore del mondo RSA, sono rimasto veramente impressionato dalla lungimiranza che hanno avuto i realizzatori di questo progetto. La demenza fa parte spesso della nostra vita quotidiana, e sarà sempre più presente nella nostra società visto l’invecchiamento della popolazione. Questo Villaggio deve essere uno stimolo per tutti noi per incentivare la socializzazione delle persone con demenza e fare in modo che l’integrazione sociale e la qualità della vita restino punti cardine indipendentemente dalle condizioni di salute.
Ringrazio sentitamente la Comunità Ebraica di Milano che mi ha permesso di conoscere e approfondire sul campo un luogo così all’avanguardia come il villaggio di Hogewey e mi riprometto insieme allo staff della RSA Arzaga , nei limiti del possibile, di prendere spunto e applicare coi nostri ospiti quello che ho potuto osservare.https://www.rsaarzaga.com/servizi#staff
Dr Flavio Galli Direttore Sanitario RSA ARZAGA
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